Osservo che viviamo in un’epoca di post-democrazia, in cui le istituzioni sovranazionali come la Commissione Europea sembrano detenere un potere significativo, spesso al di fuori del controllo democratico diretto. Questo solleva preoccupazioni sulla legittimità delle decisioni prese da tali istituzioni e sul ruolo delle élite nel determinare il destino delle nazioni.
Le classi dominanti, rappresentando una piccola percentuale della popolazione, esercitano un’influenza considerevole sull’economia, sulla politica e sulle istituzioni. Ciò può contribuire alla perpetuazione delle disuguaglianze economiche e sociali, creando divisioni sempre più profonde tra ricchi e poveri.
Penso anche alle conseguenze umane di questo sistema. Le guerre, le morti, la povertà e le annessioni sono drammatiche conseguenze dirette delle decisioni politiche ed economiche delle élite sulle vite delle persone comuni, specialmente nelle regioni colpite dalla violenza e dalla povertà.
Ritengo che sia fondamentale un cambiamento radicale nelle dinamiche di potere e nella distribuzione delle risorse. Sono convinto che una piccola élite non dovrebbe detenere il controllo esclusivo su questioni cruciali per la società, ma dovremmo invece promuovere una partecipazione più ampia e una maggiore responsabilità democratica.