Petrolio italiano: Ce lo chiede l’Europa? No, Renzi!

{Il portavoce a 5 Stelle in Europa, Piernicola Pedicini, punta il dito sul Governo italiano, colpevole di non seguire le indicazioni dell’Europa che ci chiede di puntare sulle fonti di energia rinnovabile. Il Governo di Matteo Renzi punta sull’estrazione del petrolio, con danni ambientali incalcolabili per il nostro territorio. Pedicini, con chiarezza e decisione, ci spiega la gravità di un progetto suicida.}

Io mi chiamo Piernicola Pedicini, sono uno dei vostri eletti al Parlamento europeo, sono uno dei 17 e sono il titolare della Commissione ENVI ambiente, salute e sicurezza alimentare per questo oggi vi parlerò di politica energetica e dell’impatto che ha sulla salute dei cittadini e soprattutto anche sullo sviluppo e sulle economie locali. Perché avrete sicuramente sentito dire da qualche tempo a questa parte, prima da Prodi e adesso ultimamente da Renzi, che l’intenzione del Governo centrale in Italia è quello di raddoppiare la propria produzione energetica da fonti fossili. Si sta parlando di petrolio praticamente. Molti di voi diranno: ” Ma come? In Italia si estrae petrolio?” Ebbene si.

E intanto la versione ufficiale è che il petrolio è uguale ricchezza. Si pensa che il petrolio è uguale a Kuwait e Arabia Saudita, si parla tantissimo di indipendenza energetica e della necessità di uscire dalla crisi e quindi questa può essere una via d’uscita molto molto importante. Sfortunatamente io vengo dalla Basilicata una regione dove si estrae già il petrolio da oltre 30 anni, in realtà dai tempi di Mattei, ed abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle cosa significa estrarre il petrolio italiano che è davvero un petrolio di pessima qualità. La Basilicata è tra le regioni più povere d’Italia c’è un altissimo tasso di disoccupazione, c’è stata a causa di queste estrazioni la distruzione delle economie locali e dell’agricoltura in particolare, lo spopolamento della regione che come sapete spopolamento equivale a impoverimento, un inquinamento delle falde acquifere che dalla Basilicata non solo alimentano la Basilicata ma approvvigionano anche tutta la Puglia e soprattutto c’è stata una crescita delle incidenze di tutti quei tumori che sono correlati all’esposizioni da idrocarburi. Quindi tumori alla mammella, alla prostata, al colon retto, linfomi e leucemie. Quindi uno potrebbe pensare :” Va bene, tutto sommato però, è un problema della Basilicata. A noi poco ce ne importa”. Se non vi spinge però una riflessione, uno spirito di solidarietà dovete sapere che questo non è in realtà un problema lucano ma un problema di tutta Italia. Io ho con me questa piantina che vi fa vedere che i permessi di estrazione e le estrazioni attualmente sono stati concessi in tutta la Valle Padana nell’alto Adriatico, nell’Adriatico centrale compreso in terra ferma l’Abruzzo e il Molise, nell’Adriatico meridionale in terra ferma anche sulla Puglia, qui c’è tutta la Basilicata con estensione anche alla Campania in particolare il Sannio e l’Avellinese, c’è tutti i permessi concessi nel Mare Ionio quindi la Sicilia, vedete in terra ferma e sul canale di Sicilia, qualche permesso anche in Sardegna.

Quindi stiamo parlando di un problema tutt’altro che locale, un problema generalizzato. Tra l’altro il raddoppio delle estrazioni in mare comporterà anche un impatto importante finora non ancora sperimentato alla pesca, al turismo immaginate tutte le piattaforme nel mare Adriatico con i rischi che si corrono di un eventuale incidente in un mare chiuso come l’Adriatico. A tutto questo si aggiunge un’aggravante davvero pesante. Perché uno sente dire in televisione :”Ce l’ha chiesto l’Europa! Ce l’ha chiesto l’Europa”
Benissimo, qui l’Europa ci chiede tutt’altro. Ci chiede di puntare sulle energie rinnovabili ed entro il 2030 di alimentarci fino al 30% producendo energie da fonti rinnovabili cosa di cui l’Italia ne è piena. Tuttavia, ecco, il governo centrale decide di puntare invece in direzione opposta sul raddoppio della produzione energetica basata su fonti fossili. Questo significherà perdere un’occasione di sviluppo per cui la Germania, la Francia, l’Olanda investiranno in ricerca produrranno nuove tecnologie che fra 10 anni quando noi avremo esaurito il nostro petrolio ci venderanno a caro prezzo questo per dire che siamo nelle mani di autentici incompetenti di politica energetica oltre che mossi dalle commistioni forti che hanno, questo il Governo centrale, con queste lobby che hanno un fortissimo, fortissimo potere. Perciò pensateci la prossima volta quando vi troverete a dover scegliere tra una forza politica come il Movimento 5 Stelle che davvero difende gli interessi dei cittadini e gli altri. Vi saluto cortesemente.

fonte: http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/08/29/petrolio-italiano-ce-chiede-leuropa-ren/

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