L’universita’ e’ la palestra dei privilegi

La palestra nel percorso di privilegi e potere comincia dall’università: li si fanno i primi esercizi di potere, spesso di nepotismo, nella scalata all’ordinariato. Mentre in tutti i luoghi di lavoro, compreso quello nelle scuole superiori e inferiori, prevede controlli ferrei su orari, permessi, durata delle ferie,con pene che arrivano anche alla truffa, nell’università italiana si fanno semestri di insegnamento che durano 3 mesi, da anni. Il controllo poi sulle reali presenze al lavoro di un docente universitario ordinario sono inesistenti; è buona prassi che lo splendido ordinario sia presente alle lezioni a sua discrezione e spesso con un ritmo a pelle di leopardo. Sanzioni e controlli? Nulle, il preside di facoltà a differenza del preside di scuola non sanziona e non licenzia, al massimo prega con deferenza anche perché la sua eleggibilità dipende dai colleghi. Quindi con questo retroterra di privilegi il salto in politica è un vademecum perfetto, un master all’italiana che rende idonei i docenti universitari, futuri politici a quelle cialtronate che siamo abituati a vedere in Italia.
(Anonimo)
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