Chi sono i Blogger?

Un blog (blɔɡ, contrazione di web-log, ovvero “diario in rete”) è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l’autore (blogger) pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video. Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 negli Stati Uniti, e nel 2007 si contavano più di 112 milioni di blog nel mondo.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Internet

Segue:

Nel gergo di Internet, un blog (blɔɡ) è un particolare tipo di sito web in cui i contenuti vengono visualizzati in forma cronologica. In genere un blog è gestito da uno o più blogger che pubblicano, più o meno periodicamente, contenuti multimediali, in forma testuale o in forma di post, concetto assimilabile o avvicinabile ad un articolo di giornale.

Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero “diario in rete”.
La parola straniera blog viene pronunciata in italiano /’blɔg/, usando la «g dura» [g] come nella pronuncia originale inglese /’blɒg/, la quale viene mantenuta nel parlato anche per tutte le parole derivate italianizzate:
Verbo: /blog’gare/ – blog[ging] (= scrivere su un blog)
Nome: /blog’gista/ – blogger (= l’autore di un blog)
Aggettivo: /blog’gistico/ (= relativo ai blog)

La g dura viene mantenuta e raddoppiata e, se questo non crea problemi di trascrizione quando la doppia g è seguita dalle vocali a, o e u (bloggare viene infatti scritto il verbo), alcuni problemi di coerenza ortografica sorgono quando la g precede le vocali e e i. Nei dizionari più aggiornati infatti si trovano registrate forme quali bloggista e bloggistico, frequenti anche nella rete, ma incongruenti con le regole di pronuncia delle parole italiane, in quanto in quella forma andrebbero pronunciate /bloʤ’ʤista/ e /bloʤ’ʤistiko/; proprio per questo sono diventate molto diffuse in rete le forme corrette blogghista e blogghistico, con l’inserimento di un’h, come richiedono le regole ortografiche dell’italiano per la resa della G dura davanti a e e i.

Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; il 18 luglio 1997, è stato scelto come data di nascita simbolica del blog, riferendosi allo sviluppo, da parte dello statunitense Dave Winer, del software che ne permette la pubblicazione (si parla di proto-blog).

Il primo blog è stato effettivamente pubblicato il 23 dicembre dello stesso anno, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale RobotWisdom per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby; coniò la parola weblog per descrivere la lista di link del suo sito. Nella primavera del 1999 invece Peter Merholz propose l’abbreviazione blog sul suo sito Peterme.com.

In questa fase veniva utilizzato il termine weblog o blog con cui ci si riferiva esclusivamente a liste di link, o meglio a commenti a liste di link (un tipo di informazione molto utile per gli utenti prima della diffusione dei motori di ricerca); oggi siti di questo tipo sono praticamente quasi tutti inattivi.
Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog; tra i più utilizzati: Blogger, AlterVista, wordpress.com, blogsome, Il Cannocchiale, Io Bloggo, Blogdrops, Noiblogger, Libero, LiveJournal, Windows Live Spaces, MySpace, Skyrock.

Tra il 2002 e il 2007 i blog godono di un periodo di grande fortuna comunicativa, addirittura di sopravvalutazione perché ritenuti fortemente rivoluzionari dal punto di vista della comunicazione e dei rapporti sociali: Giuseppe Granieri addirittura parla di Generation blog (generazione blog) intitolando così un suo libro. Nel 2004 in Italia viene pubblicato il libro La notte dei blogger – la prima antologia dei nuovi narratori della rete (Lipperini) però è un caso isolato in quanto i post di blog trovano spazio quasi esclusivamente sul web e non vengono riproposti su prodotti cartacei.

Tra il 2009 e il 2010 si avverte o comunque si teme una crisi dei blog, questo soprattutto a causa dell’immenso successo dei nuovi social network; anche se si ritiene che, soprattutto per quanto riguarda i blog tematici, i social network come Facebook e Twitter non siano adatti a rispondere all’esigenza del lettore dei blog in quanto certi tipi di post, caratterizzati da una particolare lunghezza, necessitano di un particolare formato di lettura. Il motivo per cui i blog si sono così diffusi è da ricercare in più fattori: dall’esibizione pubblica della propria vita privata alla creazione di testi complessi e specifici; alla base della diffusione c’è ad ogni modo la caratteristica della condivisione.
Al 16 febbraio 2011 ci sono più di 156 milioni di blog pubblici in essere.

I tratti strutturali comuni ai blog riguardano principalmente il fatto che si tratta di “diari in rete”: i testi sono forniti di data e sono presenti sulla pagina web in ordine anticronologico (prima i messaggi più recenti) e la maggior parte delle volte sono introdotti da un titolo.
I blog hanno talvolta qualche somiglianza con i wiki, nel modo in cui vengono gestiti gli aggiornamenti, favoriti i commenti dei lettori e stimolate le nascite di community.

Quando qualcuno decide di mettere on line un blog si dice che apre il suo blog. Il singolo intervento (articolo, pensiero, contenuto multimediale, ecc.) inserito dall’autore del blog (blogger) si chiama post e l’applicazione utilizzata permette di creare i nuovi post identificandoli con un titolo topic, la data di pubblicazione e alcune parole chiave (tag).

Qualora l’autore del blog lo permetta ovvero abbia configurato in questa maniera il blog, al post possono seguire i commenti (moderati o meno) da parte dei lettori del blog.
Generalmente i blog hanno anche un archivio ordinato per mesi o per anni dei messaggi già pubblicati cosa che rende semplice la ricerca di post in base alla data in cui sono stati pubblicati; per agevolare la ricerca di post spesso è anche presente una sezione “categorie” dove è possibile rintracciare gli argomenti chiave dei testi.

Altra caratteristica è che spesso i sistemi di pubblicazione consentono di inserire all’interno dei testi materiali di vario genere: dai file pdf alle immagini, dai video ai file audio.
Molti blog offrono la possibilità di commentare i post e in alcuni casi di blog molto popolari i lettori lasciano centinaia se non migliaia di commenti caratterizzati (tranne i casi in cui la qualità del commento supera quella del post) da un linguaggio informale più accomunabile ad altri generi testuali come il forum che al blog.

Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l’insieme di tutti i blog viene detto blogsfera (o in inglese blogsphere). All’interno del blog ogni articolo può essere indicato univocamente attraverso un permalink, ovvero un link che punta direttamente a quell’articolo. In certi casi possono esserci più blogger che scrivono per un solo blog. In alcuni casi esistono siti (come Slashdot) simili a blog, ma aperti a tutti.

Creare un blog è un’operazione abbastanza semplice. La procedura più utilizzata consiste nella registrazione dell’utente-autore su siti specifici che automaticamente creano lo spazio virtuale usando impostazioni predefinite e pochi parametri di configurazione senza che sia necessario conoscere il linguaggio HTML.
Questo comunque non è l’unico modo per creare un blog: l’utente può anche scrivere direttamente su pagine html statiche oppure personalizzare un Content Management System (CMS) creato per altri scopi.

Non esistono dati affidabili sul numero dei blog esistenti, nonostante, soprattutto fra il 2006 e il 2007 (periodo d’oro per i blog), siano stati oggetto di numerose indagini commerciali.
Dave Sifry ha condotto delle analisi nel 2007 ricavando la maggior parte dei dati numerici da Technorati (motore di ricerca specializzato in blog).

Da questa indagine è scaturito che il 3% di tutti i post di blog fosse scritto in italiano, in quarta posizione dopo l’8% in cinese, il 36% in inglese e il 37% in giapponese; e che intorno a marzo 2007 il numero di blog si aggira intorno a 70 milioni, e il numero di post giornalieri intorno 1,5 milioni. Paolo Valdemarin azzarda un calcolo circa il numero di blog italiani: 3% sono i blog scritti in italiano, quindi 45.000 post al giorno.

Se ci fosse una costante tra numero di blog e numero di post nel mondo (e non c’è alcuna prova che ci sia), e se i 70 milioni di blog fossero attivi (anche questo non è chiaro) vorrebbe dire più o meno 2 milioni di blog in Italia; numero comunque alto rispetto alla realtà. A prova di ciò si può riportare il dato fornito da Splinder, la principale piattaforma blog fino a febbraio 2012, che il 9 luglio 2010 dichiarava di ospitare circa 475.000 blog.

Esistono alcune classifiche sui blog che si basano in linea di massima sul numero di link in ingresso da altri blog e siti, ad esempio quella di BlogBabel e quella di BlogItalia.

Dal punto di vista linguistico, in generale, i blog sono erroneamente considerati raccolte di testi poco sorvegliati (una ricerca del 2007 di Stubbe, Ringlstetter e Schulz fa ritenere i blog, insieme ai forum, il genere testuale con più alto numero di errori – 6,5 errori circa ogni mille parole – analisi effettivamente non realistica se si considera la scelta degli autori di classificare errore tutto ciò che non compare nei grandi dizionari).

Da alcune indagini successive, però, questo giudizio ha subito delle revisioni: Tavosanis (2006) conduce uno studio che si basa sull’analisi numerica di “errori più frequenti” dell’italiano scritto ritrovati nel web, nei blog e nei quotidiani online. La lista di parole scelte è il risultato della scrematura eseguita sulla lista di 103 parole comprese nell’elenco ritrovato sotto la voce errore del vocabolario Zingarelli (2005).

Dopo aver scartato errori di pronuncia, e quindi non utilizzabili per l’analisi che riguarda il linguaggio scritto, parole esposte a problemi di codifica e omografi, il numero di errori finale si è ridotto a 19 parole. Da alcune indagini successive, però, questo giudizio netto ha subito delle revisioni: la più attendibile risulta la ricerca svolta da Mirko Tavosanis che si basa sull’analisi numerica di “errori più frequenti” dell’ italiano scritta nel web, nei blog e nei quotidiani online.

Queste parole sono state ricercate attraverso Google nel web, su un gruppo di siti che ospitavano blog (blog.excite.it, clarence.it, splinder.it, splinder.com) e su un gruppo di quotidiani online (corriere.it, repubblica.it, ilmattino.caltanet.it, unita.it) e per ciascuno dei tre gruppi è stato calcolato il rapporto fra la forma errata e la corrispondente forma corretta.

Il risultato ha messo in luce come la percentuale totale di errori risulti nei blog leggermente superiore a quella dei quotidiani online, ma fortemente inferiore rispetto a quella del web nel suo complesso; dunque effettivamente il linguaggio blog non è da considerarsi così poco revisionato e, seppur vero che i testi dei blog possono rientrare in tutte e quattro le categorie di tempo di scrittura:
scrittura rapida e non revisionata: testi scritti di getto senza nessun tipo di pianificazione o revisione;

scrittura rapida e revisionata: testi scritti rapidamente, senza progettazione preliminare ma con un qualche grado di revisione;
scrittura convenzionale: testi scritti all’interno di un processo pianificato con revisione accurata;
scrittura progettata per altri tipi di pubblicazione: testi scritti per altri mezzi (tipicamente, per la diffusione a stampa) e copiati o pubblicati meccanicamente sul web.

Le più adatte a descrivere la maggior parte dei blog sono la seconda e la terza categoria.
I blog giornalistici in particolare sono caratterizzati da un linguaggio abbastanza simile a quello dei giornali. La sintassi è articolata, l’ortografia e la sintassi rispettate e in generale il lessico si avvicina a un “uso medio”.

Classificare i blog non è un’operazione semplicissima proprio perché i blog non sono testi unici ma raccolte di testi, anche se la maggior parte dei blogger risulta coerente nella stesura dei post. Se si sceglie un criterio linguistico, considerare le sottocategorie troppo dettagliate non è utile; sul web infatti è presente un lungo elenco di categorie (in alcuni casi addirittura una tipologia specifica di blog viene etichettata con due nomi diversi).

Si parla di social blog, blog collettivo, blog aziendale, blog tematico, photoblog, blog vetrina, blog politico, m-blog, video blog, blog letterario, blog didattico, audioblog, blog novel, splog (finti blog riempiti di testi riprodotti solo per dare la sensazione che un determinato argomento sia particolarmente rilevante).
Una suddivisione più semplificata (e attendibile) si basa su tre categorie:
blog diario
blog tematico (inclusi i blog giornalistici)
blog letterario
I blog diario costituiscono il 59% del totale, i blog tematici il 31% mentre i blog letterari il 10%. Questi dati percentuali sono risultati dall’analisi fatta su un campione di 100 blog presi in esame nell’aprile del 2007 e ricercati casualmente su Google Blog Search.[4]

Nel blog personale (diario) l’autore scrive le proprie esperienze giornaliere, racconti, desideri. I commenti da parte dei lettori sono sempre molto apprezzati e danno spesso );
abbreviazioni solitamente non utilizzate nella lingua parlata (es. ‘nn’ per non, ‘qlk’ per qualche);
variazioni grafiche vere e proprie (es. ‘k’ per indicare /k/ quando l’ortografia italiana richiede ‘ch’).
La motivazione principale è il risparmio di tempo nella scrittura. Altri tipi di deviazioni non riguardano la grafia ma piuttosto l’espressività come l’uso di emoticons (o faccine), l’uso di maiuscole e minuscole in modi diversi dallo standard e i giochi di punteggiatura.

I blog tematici (o giornalistici) sono i blog dedicati ad un argomento specifico e per questo sono accostabili agli articoli di giornale. Particolarmente in voga i blog monotematici su makeup, cucina e viaggi, che hanno reso molto famose persone comuni.

Genericamente i post di tali blog sono caratterizzati dalla presenza, al loro interno, del lessico letterario che si manifesta in quantità maggiori rispetto ai quotidiani.
Da una ricerca di Tavosanis (2006) basata sull’analisi di 72 verbi identificati come “letterari” oppure “obsoleti” nel vocabolario De Mauro (2000), infatti, è risultato che nei blog la presenza di tali verbi è di circa quattro volte superiore rispetto al sito de “la Repubblica”. (Non tutte le 72 forme all’infinito dei verbi sono state ritrovate, ma solo 25).
In questa categoria possono rientrare anche le fan fiction ossia blog dedicati ai romanzi, ai cartoni animati, ai telefilm e ai film.

Le piattaforme blog si dividono in due categorie: i servizi web pronti all’uso e i software da installare su un server. Nel primo caso, semplice, basta registrarsi per creare il blog; al contrario, scegliendo una piattaforma da installare su un server o in hosting (noleggiare uno spazio con un abbonamento), il lavoro è più lungo ma concede la possibilità di personalizzare molto il proprio blog.
Dal 2001 ad oggi sono nati molti servizi in italiano che permettono di gestire un blog gratuitamente. AlterVista, Blogger, WordPress.com, Splinder, Clarence, Blogsome, Tiscali, Il Cannocchiale, Io Bloggo, Bloggerbash, Blogdrops, NoiBlogger, Libero, LiveJournal, Windows Live Spaces, MySpace, Skyrock. Esistono poi alcuni network autogestiti.

Blogger.com è una delle più semplici piattaforme di blog online. Si stima che ospiti tra i 15 e i 20 milioni di blog in tutto il mondo (su Blogger si trova anche il blog ufficiale di Google); Ilcannocchiale è una piattaforma italiana ed ospita più di 74000 blog (dato del 2006).
Wordpress è una piattaforma realizzata in PHP, che utilizza MySQL come database. Lanciata nel 2003 è distribuita con licenza GNU (General Public License) che permette di utilizzare liberamente il software. Caratteristiche principali sono velocità, semplicità d’utilizzo e un’ottima interfaccia utente.
Italiana e “defunta” è la piattaforma Splinder creata nel 2002 da Marco Paolombi e ufficialmente chiusa il 31 gennaio 2012; Splinder fu la prima piattaforma ad offrire in lingua italiana un servizio blog in hosting.

Al giorno d’oggi si possono creare dei Blog in maniera gratuita con alcuni servizi online, questo ha permesso una diminuzione della crisi economica permettendo un posto di lavoro a molte persone soprattutto ragazzi tra i 13 e i 25 anni.

In Italia sono sorte polemiche se il mondo dei blog debba rimanere senza vincoli legislativi e soggetto solo ad un’autoregolamentazione, oppure, se debbano essere applicate le norme sulla stampa.
Nell’ottobre del 2007 il governo ha presentato un disegno di legge sulla riforma dell’editoria in cui aveva stabilito per i blog l’obbligo della registrazione. La dura replica del mondo web ha portato alla precisazione da parte del sottosegretario Levi che la norma non avrebbe trovato applicazione ai blog.[6]
La disputa si è trasferita sul piano giudiziario quando il tribunale di Oristano, con sentenza del 25 maggio 2000[7], stabilì che un sito web non era assimilabile a una testata. Orientamento poi recepito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 10535[9] secondo cui non serve un giornalista per gestire un blog.

Appare quindi minoritario l’orientamento del Tribunale di Modica, che con una discussa sentenza[11] ha condannato lo storico Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina.[12][13]. Dopo la condanna in primo e secondo grado, il 10 maggio 2012, l’imputato è assolto con formula piena dalla Corte di Cassazione[14].
Con la sentenza n. 7155/2011[15] la quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha ritenuto ammissibile il sequestro preventivo di un articolo asseritamente diffamatorio pubblicato sul blog di un giornalista professionista.

^ Log ha propriamente significato di ‘diario, giornale’ in origine solo nella terminologia nautica dove il logbook è il cosiddetto giornale o diario di bordo ma successivamente anche in quella informatica (log e login dal 1963), da cui la scelta della parola, ad esempio in luogo di diary.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Blog

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